Testaccio è il XX rione di Roma. Il nome del quartiere deriva dal monte di 35 metri formato da cocci (testae in latino) accumulati nei secoli. Chiamato anche monte dei cocci ,il mons testaceus, è una vera e propria discarica di epoca romana (metà del III secolo), formata da strati ordinati di resti di anfore che si usavano per il trasporto di olio e grano e che arrivavano dal vicino porto fluviale dove avvenivano i commerci (emporium).
Nei secoli successivi vennero scavate delle grotte nel monte che servivano come stalle o cantine e, sopra queste grotte, vennero costruite delle casette: le osterie, pronte ad accogliere i romani nelle loro scampagnate. Testaccio, infatti, ospitava i prati del popolo romano che si estendevano dalle mura della città sino al monte ,ed è su quei prati che si andava a praticare sport, ma soprattutto erano meta tradizionale delle gite di Pasquetta e delle Ottobrate: tipiche feste romane che vedevano sfilare fra le osterie i carretti addobbati a festa delle donne che lavoravano come raccoglitrici d’uva nel periodo della vendemmia, tra canti e balli si beveva il vino dei Castelli Romani conservato nelle grotte scavate nel monte.
Testaccio era un quartiere popolato da contadini ,pastori e poveri continuamente assoggettato dalle alluvioni del Tevere e infestato dalla malaria. Alla fine dell’800 fu avviato un programma di bonificazione e riorganizzazione urbana che destinò il territorio di Testaccio sino alla via Ostiense e alla Basilca di San Paolo ad attività industriali e servizi “pesanti”. Nacquero così ad esempio la ferrovia,il mattatoio comunale, i mercati generali e la fabbrica del gas.
Il rione di Testaccio non godeva di un’ottima fama legata ai traffici commerciali del porto e alla sua gente. In un’indagine Comunale del 1884 si può leggere che il quartiere deteneva il primato nazionale di consumo di alcolici!
Quartiere assolutamente popolare ,luogo dei divertimenti dei romani, Testaccio ospitò il campo di calcio dell’A.S.Roma e ancora oggi è vivissimo l’amore sportivo per la squadra.
Oggi le antiche osterie si sono trasformate in pub e ristoranti, perpetuando la tradizione di svago e divertimento legata al quartiere. L’antico mattatoio comunale ospita ora una sezione del MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma, mentre al monte dei cocci ha la sua sede la Scuola popolare di Musica di Testaccio.